Via Appia. Regina Viarum

Rome, Via Appia, paved stretch © ICCD Author: Stefano Castellani

Tra tutte le strade costruite dai Romani la Via Appia è la più ricca di memorie e testimonianze, ed è stata sempre considerata modello insuperato della estesa rete di comunicazioni che da Roma si dipartiva per raggiungere le più lontane regioni del mondo. Toccando le principali città portuali permetteva l’interscambio nei collegamenti tra le vie di terra e le rotte marittime, oltre ad integrare tutti i corsi fluviali navigabili.
Progettata nel 312 a.C. da Appio Claudio Cieco per collegare velocemente Roma con l’antica Capua, nel pieno delle guerre di espansione condotte dai Romani nel sud della penisola, la via fu gradualmente prolungata fino a raggiungere Beneventum, Venusia e infine Brundisium, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, con un tracciato di 365 miglia (circa 540 km.), diventando l’asse portante dell’Italia meridionale.
Realizzata per esigenze militari, divenne da subito strada di grande comunicazione commerciale e di primarie trasmissioni culturali; fu quindi sempre seguita con particolare attenzione e ricevette continui restauri e miglioramenti nel percorso e nelle infrastrutture. L’imperatore Traiano, nel 109 d.C., nel programma di grandi opere attuate dopo la campagna dacica, decise di sviluppare e monumentalizzare una direttrice esistente, forse coincidente con la Via Minucia citata dalle fonti. Questa strada, staccandosi dal tracciato dell’Appia Claudia a Beneventum, raggiungeva Brundisium con un percorso più agevole che consentiva di risparmiare almeno un giorno di viaggio.
Gli appellativi con cui gli stessi autori antichi la definirono, insignis, nobilis, celeberrima, regina viarum testimoniano tutte le valenze politiche, amministrative, economiche, sociali e propagandistiche che le valsero la sua millenaria fortuna.

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