Tra tutte le strade costruite dai Romani la Via Appia è la più ricca di memorie e testimonianze, ed è stata sempre considerata modello insuperato della estesa rete di comunicazioni che da Roma si dipartiva per raggiungere le più lontane regioni del mondo. Toccando le principali città portuali permetteva l’interscambio nei collegamenti tra le vie di terra e le rotte marittime, oltre ad integrare tutti i corsi fluviali navigabili.
Progettata nel 312 a.C. da Appio Claudio Cieco per collegare velocemente Roma con l’antica Capua, nel pieno delle guerre di espansione condotte dai Romani nel sud della penisola, la via fu gradualmente prolungata fino a raggiungere Beneventum, Venusia e infine Brundisium, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, con un tracciato di 365 miglia (circa 540 km.), diventando l’asse portante dell’Italia meridionale.
Realizzata per esigenze militari, divenne da subito strada di grande comunicazione commerciale e di primarie trasmissioni culturali; fu quindi sempre seguita con particolare attenzione e ricevette continui restauri e miglioramenti nel percorso e nelle infrastrutture. L’imperatore Traiano, nel 109 d.C., nel programma di grandi opere attuate dopo la campagna dacica, decise di sviluppare e monumentalizzare una direttrice esistente, forse coincidente con la Via Minucia citata dalle fonti. Questa strada, staccandosi dal tracciato dell’Appia Claudia a Beneventum, raggiungeva Brundisium con un percorso più agevole che consentiva di risparmiare almeno un giorno di viaggio.
Gli appellativi con cui gli stessi autori antichi la definirono, insignis, nobilis, celeberrima, regina viarum testimoniano tutte le valenze politiche, amministrative, economiche, sociali e propagandistiche che le valsero la sua millenaria fortuna.
Via Appia. Regina Viarum
La Via Appia. Regina Viarum è tra le testimonianze più durature che la civiltà romana ha lasciato in eredità ai posteri. La sua costruzione fu un'impresa di ingegneria e progettazione tecnica che esercitò un'influenza su gran parte del Mediterraneo per più di mille anni. Lungo il percorso si ritrovano tutte le tipologie strutturali ed urbane caratteristiche della civiltà romana.
La Via Appia. Regina Viarum testimonia le eccezionali capacità organizzative e l’efficienza amministrativa della civiltà romana. La Via Appia è un esempio dell'innovativa capacità tecnica sviluppata da Roma, la cui costruzione, oltre alle infrastrutture ad essa direttamente collegate, servì da punto di riferimento per la divisione delle terre assegnate ai veterani dell'esercito e favorì la regolamentazione e l’aggregazione di nuove aree residenziali urbane lungo il suo corso poiché spesso veniva scelto come decumano. La Via Appia segnò così lo sviluppo delle antiche città ad essa connesse o ad essa associate. La Via Appia è inoltre accompagnata da un insieme monumentale di templi, monumenti funerari, acquedotti e ville, e agli ingressi delle città, archi di trionfo, porte o strutture come teatri, anfiteatri o terme che testimoniano una civiltà secolare.
La Via Appia. Regina Viarum è stata un importante vettore per la diffusione di idee e credenze. Ha svolto un ruolo chiave per la diffusione della religione cristiana e ha permesso ai crociati e a un gran numero di pellegrini di recarsi in Terra Santa. Rappresentativa del potere di Roma, la Via Appia fu simbolicamente percorsa a partire dal XVI secolo da numerosi monarchi o generali vittoriosi con lo scopo di celebrare il proprio potere o le proprie vittorie. La Via Appia fu celebrata dagli artisti fin dal Rinascimento. Oggetto di studio di archeologi, architetti e accademici, ha affascinato generazioni di visitatori che intraprendevano il loro Grand Tour.